Geografia fisica

Il territorio comunale fa parte della Comunità montana dell'Ufita. Si trova nella parte nord della provincia di Avellino al confine con quella di Benevento. Il suo territorio, per lo più argilloso e tufaceo, è prevalentemente montano. Sorge in prossimità della confluenza fra il torrente Miscanello nell'Ufita. Montecalvo è incastonata sul crinale di un'altura e si raggiunge percorrendo una serie di tornanti che si avvitano lungo il colle costeggiando boschi, campi arati e dolci colline. Si estende per una superficie di 53,50 km², con un'altitudine che varia dai 171 ai 623 m s.l.m., con un'altezza massima di 700 m.

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Ponti romani

Al confine tra i Comuni di Montecalvo Irpino e Casalbore si trovano i resti di un primo ponte romano, detto del "Diavolo". In realtà, il ponte non c'è più, visto che si tratta dei resti di un arco, quello rossiccio al centro della foto, che reggeva il ponte. E' tutto ciò che resta del ponte del Diavolo. Il ponte romano di S. Egidio L'immagine mostra un particolare di un altro ponte, detto di "S. Egidio", sotto cui passa il torrente Miscano. A differenza del ponte del Diavolo, il ponte di S. Egidio è tutto intero. Il problema è quello di individuare le parti "antiche". Per questo vi mostriamo le fondamenta, che probabilmente hanno qualcosa a che fare con il "passato".

Sekoma

La "Sekoma" si trova in Piazza Municipio, proprio a lato dell'ingresso principale dell'edificio che ospita gli uffici del Comune. Si tratta di un blocco di pietra del peso di qualche tonnellata, reperto unico nell'Italia continentale di epoca ellenistica, a forma di parallepipedo, con degli incavi nella parte superiore a forma semisferica e con dei fori praticati all'interno. La Sekoma, pesa pubblica al tempo dei romani, vista di lato La targhetta dorata ai piedi della Sekoma ci informa che tale strumento risale al III-II secolo A.C. Trattasi della misura legale in blocchi di pietra in cui il peso e la misura di capacità sono in stretta relazione tra di loro. La misura del blocco di pietra è cm 148 (larghezza), 67 (larghezza), 64 (altezza). I fori praticati nella Sekoma, pesa pubbilca al tempo dei romani Gli incavi rotondi, chiaramente visibili in questa fotografia, si chiamano "sekomata". Il termine latino utilizzato per definire il parallelepipedo era "mens ponderaria", cioè pesa pubblica, che ben ne spiega la funzione adempiuta in passato: il metronomo o l'agronomo garantivano la fedeltà della quantità di prodotti venduti al mercato, qualora vi fosse stata una contestazione tra le parti della compravendita.

Castello

Il castello, situato nel punto più alto del paese in via S. Maria, fu edificato sul sito dell'antica rocca romana, creata al tempo delle guerre sannitiche. Diversi terremoti, tra cui particolarmente quello del 1456, arrecarono gravi danni alla struttura, che subì numerose trasformazioni. Da struttura con quattro torri laterali, assunse la forma attuale con l'aggiunta (sec. XVIII) dei bastoni sull'intero lato nord-occidentale. Ciò determinò la sua trasformazione da presidio militare di difesa a dimora gentilizia (Palazzo Ducale Pignatelli). L'arco che dà accesso ai ruderi del castello di Montecalvo Irpino L'arco in fotografia fa accedere al castello, o più esattamente ai suoi ruderi. Quel che oggi residua dell'antica struttura (che si estende sull'area originariamente occupata dal castello), le mura di cinta ed alcuni ambienti a livello stradale e al piano terraneo, è comunque sufficiente a dare un'idea di quanto imponente doveva essere il tutto. I ruderi del castello di Montecalvo Irpino Le critiche condizioni generali in cui versa la struttura sono evidenziate chiaramente dalla fotografia. In stato di conservazione meno precario risultano gli ambienti ubicati al piano terra, che sporgono su Via Dietro Corte. L'immagine mostra la cima al castello, dove cresce un prato d'erba e dove in passato i più giovani giocavano a pallone. Lo stemma della famiglia Pignatelli rinvenuto durante scavi nei ruderi del castello di Montecalvo Irpino ed esposto nella Chiesa Madre La fotografia si riferisce allo stemma nobiliare in pietra della famiglia Pignatelli, che sicuramente corredava qualche portale del castello, dove è stato ritrovato durante alcuni scavi. Da notare, che la struttura prima di essere un castello ha funto da ospedale, il primo dell'Irpinia fin dal XII secolo.

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